A. Bonoldi u.a. (Hrsg.): Interessi e regole

Titel
Interessi e regole. Operatori e istituzioni nel commercio transalpino in età moderna (secoli XVI-XIX) Prezzo Sconto -15%


Herausgeber
Bonoldi, Andrea; Andrea, Leonardi; Katia, Occhi
Erschienen
Bologna 2012: Il Mulino
Anzahl Seiten
334 S.
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von
Marina Cavallera

Esce fra i “Quaderni” degli Annali dell’Istituto storico italo-germanico di Trento la raccolta di contributi relativi al Convegno ivi tenutosi nei giorni 11-12 dicembre 2009, promosso dal Dipartimento di Economia della locale Università degli Studi e dall’Isig (l’Istituto italo-germanico di Trento della Fondazione Kessler). La già forte sinergia di lungo periodo fra i due enti, avviata nel 1978, nel corso del tempo si è avvalsa anche di una molteplicità e varietà di ulteriori collaborazioni fra le quali va ricordata la felice stagione che vide il raccordo fra i ricercatori dell’Università trentina con quelli dei centri di ricerca milanesi dell’Università degli Studi (Facoltà di Scienze politiche) e all’Università Cattolica del S.C. (Istituto Mario Romani). Non è un caso infatti che nell’introduzione al volume i curatori abbiano voluto puntualizzare tali percorsi e in particolare quello del “Seminario permanente di storia dell’economia e dell’imprenditorialità nelle Alpi nell’età moderna e contemporanea” che, avviato nel 1994, molto ha contribuito alla dialettica di un settore di studi sempre in qualche misura relegato, in area italiana, in ambiti specialistici. Proprio a questo riguardo, ulteriori considerazioni si sarebbero potute aggiungere: ricordiamo soprattutto come, di fronte all’evidenza di una realtà geografica italiana in cui la montagna è tra gli aspetti morfologicamente dominanti almeno nella stessa misura in cui lo è l’articolazione del sistema costiero e la proiezione mediterranea, gli studi sulla montagna, intesi come osservatorio paradigmatico di un sistema geopolitico complesso, non sembrano essere oggetto di un’adeguata considerazione. Ciò costituisce già di per sé la traccia evidente dell’attuale crisi dei sistemi istituzionali italiani che da tempo investe anche le “Comunità montane” considerate da molti come enti inutili, misconoscendone le potenzialità, anche per una migliore analisi delle problematiche territoriali.

Se la focalizzazione degli interessi degli storici della Penisola su questi temi, per quanto importante, non sembra ancora trovare spazi complessivi di confronto per la mancanza di un sostanziale raccordo Nord-Sud / Alpi-Appennini, a ciò fa da contrasto l’ormai sperimentato loro raccordo con la sfera degli studiosi che, a livello internazionale, hanno focalizzato le loro indagini attorno alla realtà di quest’area. Ciò ha privilegiato soprattutto i contatti con i centri di ricerca elvetici, spazio naturale di coordinamento della ricerca di questo settore, oltre che con quelli francesi (ad iniziare da Grenoble), austriaci e sloveni. La realtà alpina si configura sempre più nettamente come area di collegamento e di confronto fra culture diverse, evidenziando il suo forte innesto nel contesto europeo.

Ma se il vecchio luogo comune dell’arretratezza e dell’isolamento appare superato e per quanto le Alpi si configurino sempre più nettamente come cuore pulsante dei sistemi di collegamento tra Nord Europa e mondo mediterraneo, ciò non ha comportato la perdita della dimensione “specialistica” degli studi che le riguardano. Ciò bene si evidenzia nel caso di questa raccolta di studi sulle fiere di Bolzano così come, più in generale, nell’attività di centri di ricerca già nati con un affaccio internazionale di ampio respiro, come nel caso della rivista «Histoire des Alpes / Storia delle Alpi / Geschichte der Alpen», la cui attività, nella originaria dialettica impressa da Jean-François Bergier, Laurence Fontaine, Jon Matieu e altri, già appariva in grado di aprirsi su di una dimensione mondiale, di attivare una prospettiva di World History dei rilievi montuosi in cui caratteri generali e specificità geo-antropiche, dimensione demografica, prospettive di sostenibilità dell’economia montana e di mobilità della popolazione, trovavano propri spazi di confronto mediante un’importante operazione di confronto con le altre realtà montane europee ed extraeuropee.

Rievocare a distanza di anni quei percorsi storiografici che hanno avuto tra i propri protagonisti proprio Andrea Leonardi, ricordarne le successive fasi di ricerca ci aiuta a cogliere quali siano stati i filtri che caratterizzano la raccolta di contributi presenti nel volume Interessi e regole. Qui la scelta dei curatori è quella di esaminare a fondo un caso-studio specifico in cui tutto sembra ruotare attorno al sistema commerciale sviluppatosi nei secoli dell’età moderna sulle fiere bolzanine. Elemento centrale è individuato nella giurisdizione del locale Magistrato mercantile, attivato a partire dal 1635, per volere dell’Arciduchessa Claudia de’ Medici, vedova di Leopoldo V d’Asburgo, il cui archivio pervenutoci nella sua integrità, offre ora agli storici economici una fonte di grande interesse. L’importanza di tale istituzione, qui focus delle indagini di molta parte dei contributi, consente in primo luogo di individuare l’area geografica più direttamente interessata e legata alle attività commerciali che si coordinavano sulle fiere di Bolzano. Le proiezioni, partendo dal versante italiano, comprendono Venezia e la Terraferma, guardando da lì al Trentino, al Tirolo, alla Carinzia e a Vienna e, più ad oriente, a Trieste e Gorizia.

La messa a fuoco delle modalità d’interazione nella “rete” in tale “regione commerciale” viene vista attraverso una serie di casi-studio che evidenziano soprattutto all’asse portante di tale sistema passante per Bolzano in raccordo con i fenomeni locali che si generano in tale sede. Di tutto questo viene data una lettura trasversale, secondo prospettive e sensibilità diverse degli autori dei saggi raccolti nel volume, evidenziando la complessità di caratteristiche istituzionali, il funzionamento del sistema fieristico bolzanino, le competenze commerciali e le funzioni svolte da mercanti locali e stranieri. Norme e regole che hanno governato e condizionato tale sistema fieristico vengono qui presentate come l’epicentro dell’intero sistema commerciale della macro-area individuata.

Sempre nella dichiarazione d’intenti contenuta nell’introduzione dei curatori sta anche un’altra chiave di lettura dell’intera raccolta di saggi: quella che guarda alle istituzioni di fiera nel loro duplice rapporto, da un lato quello con le realtà economiche locali e internazionali e dall’altro quello con i poteri dello Stato, considerando l’esistenza di quelle implicite convenzioni tra l’una e l’altra componente a proposito dell’attribuzione delle competenze giudiziarie e sanzionatorie. Si tratta dunque di leggere i fenomeni in una prospettiva attenta alle molte suggestioni tematiche offerte dalla realtà a noi contemporanea e che s’inquadra, per esplicita dichiarazione degli stessi curatori, nell’ambito della più generale riflessione sull’incidenza delle istituzioni sull’evoluzione dei sistemi di mercato nel mondo occidentale, partendo dalla lettura datane dal Premio Nobel per l’economia 1993, Douglass North, Istituzioni, cambiamento istituzionale, evoluzione dell’economia (Bologna 1994). Qui si propone infatti il quesito se, per i secoli dell’età moderna, sia lecito sostenere che i controlli dello Stato sui sistemi economici e nella fattispecie commerciali, seguano la medesima tempistica del processo di affermazione dello Stato moderno, con la sua tensione verso la centralizzazione dei poteri. Nel caso specifico qui analizzato, ci si chiede se e in che misura, in questa parte dell’arco alpino possa essere valido l’assunto che siano davvero state le istituzioni dell’apparato di governo il volano della crescita e dello sviluppo dell’economia europea.

Soprattutto l’ampia riflessione di Andrea Bonoldi sugli aspetti teorici legati ai sistemi nor mativi che regolavano transazioni e flussi mercantili riallaccia l’esperienza affermatasi a cavaliere delle Alpi orientali nei secoli dell’età moderna ad un quadro più generale su di un tema caro agli storici economici, con una disamina di contributi italiani recenti, riguardanti il diritto mercantile e la persistenza della Lex mercatoria; considerando l’intervento dello Stato sulla materia economica e il mercantilismo, proponendoci suggestioni che sembrano invitarci ad un’ulteriore dilatazione delle indagini e a ragionare partendo da uno spettro più ampio di casi, identificando, accanto alle aree forti, anche quelle deboli per cogliere le molte variabili che hanno determinato le complessità presenti nell’area alpina.

Indubbiamente la centralità delle fiere bolzanine, per quanto nota e studiata, resta sempre un caso-studio interessante che qui bene si presta alla messa a fuoco dei temi proposti e consente di far luce sulle modalità d’intervento utilizzate nei secoli dell’età moderna per la tutela degli interessi dei mercanti, per garantire correttezza e serietà nelle transazioni, chiarezza dei ruoli e delle competenze, per fruire di adeguate reti di informazione, per avere prontezza e garanzie sul piano giudiziario e sanzionatorio, al fine di superare le diverse forme di conflittualità. Bolzano si propone dunque come un esempio interessante sulla funzione delle istituzioni nel garantire il buon funzionamento del sistema fieristico e delle transazioni per i secoli XVII e XVIII segnalandoci una presenza crescente dello Stato nella funzione di garante. L’indagine condotta a più voci da Luciano Andreozzi, Marco Faillo e Edoardo Gaffeo prende spunto dalla teoria dei giochi per un’analisi del funzionamento della Magistratura, dei tribunali di fiera e ad essi guarda come a «meccanismi finalizzati a generare e trasmettere informazioni in grado di sostenere un meccanismo di reputazione multilaterale». Indagando attorno alle fasi del progressivo intervento dello Stato nel controllo sulle attività economiche, sulle sue ingerenze, tanto sulla Lex mercatoria, quanto sui sistemi giurisdizionali si assiste infatti in questo campo al lento procedere verso una maggiore certezza del diritto, rafforzando e garantendo l’esecutività delle sentenze. A questi temi si riconnettono anche altri saggi, come quello sull’attività dei sensali nelle fiere di Bolzano nel secolo XVIII indagate da Markus A. Denzel o quello di Cinzia Lorandini incentrato sull’analisi dei rapporti di fiducia fra contraenti nei sistemi di transazione che, dati abitualmente dalla continuità del rapporto fiduciario, così come dalla possibilità di accesso all’informazione, diventa elemento fondamentale negli ancor più complessi rapporti fra realtà economiche diverse e distanti fra loro.

Si presenta interessante e “fuori dal coro” il contributo di Aleksander Panjek su altre politiche e pratiche commerciali, “periferiche“ rispetto al quadro bolzanino, rappresentato dal commercio del vino tra Gorizia e Carinzia dove si evidenziano i forti disequilibri nel commercio di settore fra aree contigue. Domanda di mercato e costi del prodotto definiscono esigenze che si discostano e configgono con i tentativi di orientamento delle vendite da parte degli Stati, dimostrando le difficoltà di questi ultimi ad imporsi di fronte a consuetudini consolidate da una domanda legata non soltanto a ragioni strettamente economiche, ma anche al gusto e ai sapori.

Particolarmente opportuna infine è la presenza del saggio conclusivo di Werner Drobesch, Verso nuovi lidi. Commercio e mercanti nell’area delle Alpi sud-orientali fra riforme daziarie teresiano-giuseppine e «blocco continentale», in cui si evocano i grandi momenti di svolta nel rapporto tra statualità e realtà economica: non vi è soltanto l’importante scelta di orientamento degli Asburgo avvenuta con l’istituzione nel 1719 del porto franco di Trieste che avrebbe portato alla crescita della città e del suo ruolo. L’autore, evocando fin dalle prime pagine del suo saggio la figura di Karl von Zinzendorf e il suo ruolo di mediazione tra i rappresentanti delle diverse regioni asburgiche ci ricorda infatti come, nel secolo XVIII si andasse sviluppando una nuova consapevolezza dello Stato della necessità conoscere il territorio anche nella sua dimensione economica e commerciale: questo era ormai un dato acquisito e considerato un mezzo indispensabile per la programmazione di interventi efficaci.

Zitierweise:
Marina Cavallera: Recensione di: Interessi e regole. Operatori nel commercio transalpino in età moderna (secoli XVI – XIX), a cura di Andrea Bonoldi, Andrea Leonardi, Katia Occhi, Bologna, il Mulino, 2012. Zuerst erschienen in: Archivio Storico Ticinese, Vol. 156, pagine 124-126.